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Il segmento testuale Le S A P è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 658

Brano: [...]luppo del movimento insurrezionale è assolutamente necessario e urgente che il movimento delle squadre armate, che tanto impetuosamente si è venuto sviluppando in queste ultime settimane nella nostra Regione, acquisti una maggiore organicità e trovi quell'assetto e quella struttura militare che, disciplinandone le forme di organizzazione, ne aumenti l’efficienza bellica e ne faccia un potente strumento per la vittoria dell’insurrezione popolare. Le S.A.P. costituiscono l'organizzazione armata dei patrioti che intendono, nei luoghi di lavoro e di abitazione, unirsi e combattere con le armi per difendere i lavoratori e la popolazione contro le violenze nazifasciste e per colpire e distruggere con ogni mezzo l’oppressore tedesco ed i suoi servi fascisti.

Organizzazione popolare armata di massa, le S.A.P. costituiscono la riserva ausiliaria territoriale delle Brigate d’Assalto Garibaldi e delle Brigate G.A.P.. Le S.A.P. preparano, fiancheggiano ed aiutano in ogni modo l’azione delle formazioni partigiane e dei G.A.P.. Esse preparano ed educano all’azione nuove reclute per i G.A.P. e ne formano come una leva preparatoria. Le S.A.P. organizzano l’apporto armato delle grandi masse popolari al l'insurrezione nazionale contro l’oppressore. Le S.A.P. sono formate sui luoghi stessi dove i loro componenti lavorano ed abitano. Nelle officine come S.A.P. operaie, nei villaggi come S.A.P., contadine, tra i giovani come S.A.P. giovanili, nei quartieri popolari come S.A.P. di quartiere: nella più grande varietà di modi e di forme le S.A.P. organizzano i patrioti sulla base stessa delle loro normali occupazioni. In questo le S.A.P. si differenziano dalle formazioni partigiane e dai

G.A.P. dove i combattenti, abbandonato il lavoro e la famiglia, vivono permanentemente inquadrati.

Le S.A.P. sono un'organizzazione unitaria di massa. Possono fare parte delle Squadre di azione patriottica uomini di tutte le correnti politiche e di ogni tede religiosa, purché siano disposti a lottare con le armi contro i tedeschi e i fascisti. I componenti della S.A.P. continuano a fare parte delle rispettive organizzazioni di partito e a svolgere la loro attività politica di massa.

I componenti della S.A.P. devono impegnarsi ad ubbidire militarmente, senza discussioni, agli ordini ricevuti dai superiori comandi ed a rispettare nella loro attività la disciplina militare.

Le S.A.P. sono organi[...]

[...]litiche e di ogni tede religiosa, purché siano disposti a lottare con le armi contro i tedeschi e i fascisti. I componenti della S.A.P. continuano a fare parte delle rispettive organizzazioni di partito e a svolgere la loro attività politica di massa.

I componenti della S.A.P. devono impegnarsi ad ubbidire militarmente, senza discussioni, agli ordini ricevuti dai superiori comandi ed a rispettare nella loro attività la disciplina militare.

Le S.A.P. sono organizzate sopra una base territoriale. In ogni provincia è costituito un Comando provinciale della S.A.P.. Questo Comando è in collegamento permanente con la Delegazione regionale del Comando delle Brigate Garibaldi e da questa riceve istruzioni ed ordini per l'attività delle S.A.P. ed a questa rimette un rapporto sulle azioni svolte e sullo sviluppo organizzativo raggiunto, in questo modo viene assicurato il coordinamento dell’azione delle S.A.P. con quella dei G.A.P. e con quella delle Brigate d’Assalto. [...] Una squadra è normalmente composta di 15 combattenti, divisi in tre nuclei di 5.

[...] Nella situazione attuale la campagna offre il terreno più adatto per lo sviluppo delle S.A.P.. Le città e le officine della nostra regione si vanno vuotando, perché gli operai non vogliono farsi prendere ed essere inviati in Germania. [...] Nella campagna la minaccia di atti di saccheggio, di banditismo da parte dei tedeschi in ritirata si fa sempre più grave e gli elementi più attivi, contadini e cittadini rifugiati, si vanno organizzando per resistere con le armi e difendere la vita e la libertà, l’onore delle donne, i beni e il bestiame. È su questo terreno che le S.A.P. si sono venute maggiormente sviluppando, ed è in questa direzione che deve essere compiuto il massimo sforzo or[...]

[...]la nostra regione si vanno vuotando, perché gli operai non vogliono farsi prendere ed essere inviati in Germania. [...] Nella campagna la minaccia di atti di saccheggio, di banditismo da parte dei tedeschi in ritirata si fa sempre più grave e gli elementi più attivi, contadini e cittadini rifugiati, si vanno organizzando per resistere con le armi e difendere la vita e la libertà, l’onore delle donne, i beni e il bestiame. È su questo terreno che le S.A.P. si sono venute maggiormente sviluppando, ed è in questa direzione che deve essere compiuto il massimo sforzo organizzativo. [...]

II campo di azione delle S.A.P è vastissimo: dalla difesa collettiva armata contro i soprusi e le violenze tedesche e fasciste per impedire la requisizione di grano, degli altri prodotti agricoli e del bestiame ed i furti delle masserie ecc.; ad una azione costante di sabotaggio delle vie di comunicazione (semina di chiodi a quattro punte, sbullonamento delle rotaie ferroviarie, diroccamento delle strade e dei ponti, ostruzione delle strade con macigni e tronchi d'albero, taglio dei fili telegrafici e telefonici); alla soppressione dei tedeschi e dei fascisti, alle imboscate contro automezzi nemici ecc.. Compito delle squa[...]

[...]diroccamento delle strade e dei ponti, ostruzione delle strade con macigni e tronchi d'albero, taglio dei fili telegrafici e telefonici); alla soppressione dei tedeschi e dei fascisti, alle imboscate contro automezzi nemici ecc.. Compito delle squadre d'azione è quello di assicurare la protezione delle manifestazioni popolari di massa e di sviluppare forme audaci di propaganda e di mobilitazione delle masse per la battaglia insurrezionale. [...] Le S.A.P. non devono compiere azioni di espropriazione, anche dirette contro nemici del popolo. Dette azioni devono essere riservate a speciali formazioni, che diano la massima garanzia di disciplina e di controllo”. (Da Guerrino Franzini, Storia della Resistenza reggiana, edito a cura dell’A.N.P.I. di Reggio Emilia, pagg. 807809).

Favorito anche dall’andamento delle operazioni belliche nell’Italia centra

Formazione S.A.P. in una città del Nord liberata (aprile 1945)

le, lo sviluppo delle S.A.P. fu notevole nel corso dell’estate 1944.

Se “l’Unità” clandestina del 25.7.1944 annunciava: « In[...]

[...]ione, anche dirette contro nemici del popolo. Dette azioni devono essere riservate a speciali formazioni, che diano la massima garanzia di disciplina e di controllo”. (Da Guerrino Franzini, Storia della Resistenza reggiana, edito a cura dell’A.N.P.I. di Reggio Emilia, pagg. 807809).

Favorito anche dall’andamento delle operazioni belliche nell’Italia centra

Formazione S.A.P. in una città del Nord liberata (aprile 1945)

le, lo sviluppo delle S.A.P. fu notevole nel corso dell’estate 1944.

Se “l’Unità” clandestina del 25.7.1944 annunciava: « In Emilia il movimento delle squadre ha assunto un carattere così attivo e di massa che si è passati alla costituzione in ogni provincia di una Brigata Garibaldi S.A.P. », la “La nostra lotta” del 5.8.1944 si poteva leggere che, a Firenze, « le Squadre d'azione patriottica (S.A.P.) si sviluppano ogni giorno più. Quasi tutti i compagni sono inquadrati nelle squadre. La città e 'il circondario sono stati divisi in zone, ogni zona ha il suo Comando, le squadre sono raggruppate in plotoni e compagnie [...]

[...]rcondario sono stati divisi in zone, ogni zona ha il suo Comando, le squadre sono raggruppate in plotoni e compagnie e sono dirette dal Comando delle Brigate Garibaldi. Gli appartenenti alle squadre nella città e nel circondario di Firenze ammontano a venticinquemila. Poi vi sono delle squadre organizzate dagli altri partiti antifascisti che inquadrano altri diecimila uomini ».

Meno rilevante fu nell’estate lo sviluppo numerico e operativo delle S.A.P. delle altre regioni, ma “l'Unità” delI'8.10.1944 (Edizione dell'Italia Settentrionale) per la Lombardia riportava: « La periferia nord di Milano e soprattutto la zona da Legnano e Gallarate a quella attorno a Monza, sono diventate vere e proprie zone di guerra, dove le imboscate si succedono alle imboscate, centinaia di operazioni di guerriglia, dalle occupazioni di villaggi come Arsago e Busserò al disarmo di centinaia di nazifascisti e di “repubblichini” al sabotaggio delle linee ferroviarie al sistematico castigo di spie e di traditori affermano l’esistenza e la combattività delle nuove B[...]

[...]ematico castigo di spie e di traditori affermano l’esistenza e la combattività delle nuove Brigate Garibaldi S.A.P.. Dopo Pavia e Mantova anche la provincia di Cremona vede la guerriglia penetrare nel feudo di Farinacci, sono i distaccamenti S.A.P. garibaldini che disarmano il nemico, che attaccano le pattuglie isolate, che castigano chi lo serve ». Pochi giorni prima lo stesso organo del P.C.I. aveva dato notizia dei grandi successi ottenuti dalle S.A.P. nelle campagne romagnole, con un lungo articolo che tra l’altro diceva: « Il movimento delle S.A.P.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 496

Brano: [...]e mille lavoratori delle fabbriche sestesi erano stati arrestati: più di 350 alla Breda, altrettanti alla Pirelli, oltre 150 alla Falck, poco meno di 50 alla Ercole Marelli e alla Magneti Marelli, altre decine delle medie e piccole fabbriche. Complessivamente oltre 700 lavoratori di aziende sestesi furono inviati nei campi di sterminio e di lavoro in Germania, a Bolzano e a Fossoli: di questi, ben 250 lasciarono la vita nei lager.

L’azione delle S.A.P.

Con gli arresti dei gappisti avvenuti a fine febbraio del 1944 la lotta armata subì una stasi, ma dopo il riuscito sciopero generale del marzo, effettuato peraltro senza la copertura delle squadre di difesa, si cercò di rilanciare la lotta armata a livello di massa, con obiettivi politici e militari. La forma organizzativa adottata fu quella delle Squadre di azione patriottica [S.A.P.], inizialmente sorte nelle città e nelle fabbriche a opera dei comunistiche, nonostante le grandi difficoltà, mobilitarono a tal fine tutte le forze

di cui disponevano, favorendo però, laddove era possibi[...]

[...]otta armata a livello di massa, con obiettivi politici e militari. La forma organizzativa adottata fu quella delle Squadre di azione patriottica [S.A.P.], inizialmente sorte nelle città e nelle fabbriche a opera dei comunistiche, nonostante le grandi difficoltà, mobilitarono a tal fine tutte le forze

di cui disponevano, favorendo però, laddove era possibile, l'aggregazione di militanti di altre correnti politiche antifasciste.

I compiti delle S.A.P. erano assai ampi, andando dall’opera di propaganda ai sabotaggi delle vie di comunicazione, dai disarmi di nazifascisti ai veri e propri attacchi a posti di blocco e a presìdi nemici. Le S.A.P. sestesi si distinsero soprattutto per il profondo intreccio fra azione politica e azioni militari. Queste ultime venivano portate a compimento dalle cosiddette “squadre di punta” che, in numero di tre o quattro al massimo per Brigata, giunsero a comprendere fino a 2025 uomini. Queste squadre erano guidate di norma dal comandante o dal vicecomandante, dal commissario o dal vicecommissario della Brigata cui appartenevano. Le azioni di propaganda e di sabotaggio (lanci di volantini, scritte murali, tagli dei fili del telefono, lancio di chiodi squarciagomme) restavano affidate alle altre squadr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 411

Brano: [...] del Salto del Lupo, bloccando l'avanzata di una forte colonna di truppe motorizzate nemiche dirette a BardinetoCalizzano.

L’operazione « antiribelli », che nella 2a Zona Liguria aveva impegnato circa 15.000 nazifascisti, si esaurì nella prima decade di dicembre. I superstiti delle formazioni partigiane, pur avendo subito un duro colpo e rimasti pressoché privi di munizioni, con poche armi, decimati, tornarono a organizzarsi. Con l'ausilio delle S.A.P., del Fronte della gioventù, dei Gruppi di difesa della donna e delle popolazioni dei villaggi montani, essi poterono superare la grave situazione sia pure con enormi sacrifici.

La forza partigiana nel Savonese tornò a essere efficiente nel gennaiofebbraio 1945 e riprese a condurre azioni di attacco contro i nazifascisti, fino alle decisive operazioni del 2225.4.1945, allorché le truppe tedesche e la Divisione “San Marco” furono costrette a ritirarsi verso il Piemonte, premute e attaccate dai partigiani lungo la via Aurelia e sulla statale SavonaCadibonaAcquiTorino. La ferrovia era stata r[...]

[...]decisive operazioni del 2225.4.1945, allorché le truppe tedesche e la Divisione “San Marco” furono costrette a ritirarsi verso il Piemonte, premute e attaccate dai partigiani lungo la via Aurelia e sulla statale SavonaCadibonaAcquiTorino. La ferrovia era stata resa impraticabile dai partigiani che, inoltre, impedirono ai guastatori tedeschi di mettere in atto il piano di distruzione del porto di Savona, di centrali elettriche e stabi

limenti. Le S.A.P. e le squadre di villaggio, operando congiuntamente alle formazioni partigiane di montagna, contribuirono alla liberazione di Savona e provincia, avvenuta il

25.4.1945.

Per il contributo dato alla Resistenza, la città di Savona è stata decorata di Medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: « Le genti di Savona, fedeli allo spirito che ne animò le gesta e l’impegno patriottico nel primo riscatto risorgimentale, reagirono alla occupazione da parte delle forze armate tedesche, opponendo alla prepotente sopraffazione nazifascista una lotta tanto coraggiosa quanto ostinata[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 350

Brano: [...]gli affari generali, assistenza, stampa; Alfredo Rovelli (Amerigo, Ario) del P.C.I., tesoriere, propaganda; Emilio Mascia, del P.S.I., addetto militare, responsabile del S.I.M. del circondario; Antonio Gerbolini, del P.C.I., addetto militare, comandante le formazioni militari; Giovanni Cristei (Dalton, Glaivino, dall'1.1.1945, del P. d’A.; Agostino Bramé, in rappresentanza del Corpo volontari della libertà.

La Divisione S.A.P. “Giacinto Me

Le S.A.P. della Divisione “G.M. Serrati” nelle giornate insurrezionali di San Remo

notti Serrati”, operante lungo la costa da Diano Marina a Ventimiglia e comprendente 8 Brigate, era rappresentata nel Sanremese da reparti comandati da: Antonio Gerbolini, comandante; Rolando Berti no, Dario Rovella e Mario Chiodo, ufficiali addetti.

Il Gruppo G.A.P. “Giacomo Matteotti” comprendeva 2 distaccamenti (“G.B. Zunino” e “Zamboni”), rispettivamente comandati: il primo da Aldo Baggioli con Adriano Siffredi commissario politico; il secondo da Roberto Quadrio con Armando Bonfante commissario politico.

El[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 754

Brano: [...]i facevano capo anche i G.A.P. diretti da Lemmo Vannini.

La liberazione

Nel giugno 1944, mentre gli Alleati avanzavano dal Sud, i partigiani si organizzarono per liberare la città. La zona militare pratese era delimitata a nord da Montepiano,

a sud da Carmignano, a est da CalenzanoVal di Marina, a ovest da MontaleVal dell’Acqua. Lungo la linea ferroviaria, nel tratto PratoVernio, operava una squadra di sabotaggio composta da ferrovieri. Le S.A.P. di pianura erano divise in settori, ognuno dei quali affidato a un responsabile: il Castagno [Libaldo Pierallini) ; Calenzano (Assuero Vanni) ; Carmignano [Umberto Biagioni), Galciana [Alfredo Cecconi), Montemurlo [Guido Giunti), Tavole [Alessandro Becherini), Paperino [Guido Guarducci), Prato (Lemmo Vannini).

Numerose furono le azioni compiute dai partigiani. Nel maggio 1944 furono disarmati tutti i posti di guardia fascisti lungo la direttissima FirenzeBologna; nel giugno, a Castello di Cantagallo venne fatta saltare una polveriera destinata a rifornire la linea Gotica e venne inoltre d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 563

Brano: [...]ire dal giorno 28, qualora nel frattempo la situazione non si fosse sbloccata in altro modo.

Passarono così in attesa, con deboli scaramucce, il giorno 26 e il 27. Nella notte tra il 27 e il 28, i reparti più agguerriti del caposaldo nemico si ritirarono a scaglioni sulla sponda lombarda, mentre altri, rotto l’accerchiamento a nord, riuscirono a raggiungere Lodi. I fascisti rimasti in città si sbandarono, mimetizzandosi tra la popolazione.

Le S.A.P. cittadine riuscirono comunque dal giorno 27 a presidiare i principali stabilimenti, evitandone la temuta distruzione. E nelle prime ore del mattino del 28 aprile le formazioni partigiane, avuto sentore dai civili che i nazifascisti avevano abbandonato la città, entrarono in Piacenza senza incontrare alcuna resistenza organizzata. I partigiani consegnarono le armi al Governo militare alleato il giorno 5 maggio.

Nei brevi combattimenti isolati, verificatisi dal 24 al 28 aprile nei dintorni e alle porte della città, caddero 46 partigiani, 3 civili e 40 nazifascisti,

Questi I nomi:

Dell[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 421

Brano: [...]si delle azioni gappiste).

In pianura, nella fascia lungo la Via Emilia e fino al Po, oltre ai partigiani delle formazioni di montagna immediatamente a ridosso, operavano sappisti che, soprattutto dal maggio 1944, condussero brillanti operazioni di ricupero di armi, di sabotaggio alle vie di comunicazione ferroviarie e stradali, di interruzione delle linee telefoniche, fino ad attacchi audaci contro automezzi e reparti tedeschi e fascisti.

Le S.A.P. non ebbero tuttavia nel Parmense lo sviluppo numerico registrato in altre province emiliane e le loro azioni presentarono caratteristiche simili a quelle dei G.A.P., non sorrette cioè da un ampio movimento di massa. Parma, del resto, non fu teatro di grandi scioperi e intense lotte sociali come si ebbero in altre province.

Tra le principali azioni delle S.A.P. vanno ricordate quelle del 30.6.1944 contro il Consorzio agrario di Parma e la Casa del fascio di Colorno, e del 3 luglio contro la sede del Comando militare nel capoluogo. Particolarmente incisive furono poi le azioni condotte lungo la Via Emilia, come pure contro le imbarcazioni e i ponti di barche allestiti dai tedeschi sul Po, azioni che si susseguirono fino alla Liberazione.

Il 15.1.1945 fu costituita la 78a Brigata S.A.P.. Nella primavera, a questa si aggiunsero la 178a Brigata S.A.P. e la 7a Brigata « Julia » S.A.P.. Soltanto dal 7.4.1945 si avrà un Comando provinciale delle S.A.P.[...]

[...]l Comando militare nel capoluogo. Particolarmente incisive furono poi le azioni condotte lungo la Via Emilia, come pure contro le imbarcazioni e i ponti di barche allestiti dai tedeschi sul Po, azioni che si susseguirono fino alla Liberazione.

Il 15.1.1945 fu costituita la 78a Brigata S.A.P.. Nella primavera, a questa si aggiunsero la 178a Brigata S.A.P. e la 7a Brigata « Julia » S.A.P.. Soltanto dal 7.4.1945 si avrà un Comando provinciale delle S.A.P..

L'insurrezione

L’8 aprile ebbe inizio, con azione coordinata, la marcia di avvicinamento delle formazioni di montagna alla pianura. Nell’operazione vennero attaccati i presìdi nazifascisti lungo la ferrovia ParmaLa Spezia e nella zona pedemontana. Con sempre maggiore decisione le forze partigiane avanzarono liberando centri abitati e creando le necessarie premesse per le operazioni conclusive.

Il 19 aprile venne impartito l’ordine

di attacco generale: le operazioni per la liberazione del capoluogo dovevano essere effettuate dalle Brigate della Zona Est che, con una marcia resa i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 39

Brano: [...]; il giovane poeta Brunati, ucciso nelle prigioni di Genova; l’avvocato Carlo Bensa, Antonio Canessa, il professore G.B. Calvini; il maggiore Enrico Rossi e altri ancora.

Già nel settembre 1943, organizzata da Renato Brunati (verrà fucilato al Turchino il 19.5.1944), sorse a Baiardo la prima banda armata del Sanremese. Nel gennaio 1944 il centro del P.C.I. inviò a Imperia Carlo Farini (v.) per dare impulso al movimento partigiano e dirigerlo. Le S.A.P. cittadine furono inizialmente dirette da A. M. Trucco, direttamente collegato a Luigi Nuvoloni e Giuseppe Anseimi, e poi da Antonio Gerbolini.

A Imperia un primo comitato unita

39



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 37

Brano: [...] combattenti della 36a Brigata si ritrovò a Firenze liberata. I partigiani chiesero allora con grande insistenza e infine ottennero di poter continuare la lotta a fianco degli Alleati nei Gruppi di combattimento (v.). Coloro invece che si erano trovati a Ca’ di Guzzo, non essendo riusciti a stabilire un contatto con gli Alleati, dovettero disperdersi; scesi alla spicciolata in pianura o entrati in città, si unirono ai reparti della T G.A.P. e delle S.A.P. cittadine.

Le S.A.P. imolesi

La Brigata « Santerno », composta dalle Squadre di azione patriottica (S.A.P.) di Imola, fu costituita fin dal maggio 1944 e operò in tutto l'Imolese con vasta adesione di giovani contadini, braccianti e operai, uomini e donne. Questa Brigata fu la componente militare del grande movimento popolare antifascista sviluppatosi in Imola sul fertile terreno della tradizione socialista e democratica. A ciò contribuirono particolarmente i comunisti, che fin dal gennaio 1944 avevano iniziato a stampare clandestinamente La Comune e a diffonderla in tutta la zona.

Tale movimento popolare [...]

[...] zona di Sasso Morelli, riuniti con il Comitato di liberazione e con i dirigenti sindacali della categoria, discussero e approvarono un nuovo patto agrario che portava notevoli miglioramenti in favore dei coloni. Quell’accordo, attuato neH’Imolese per la divisione dei prodotti del 1944, servì poi di base per la formulazione del patto colonico ufficialmente riconosciuto dagli agrari locali il 3.9.1945,

La Liberazione

L’attività dei Gap e delle Sap continuò ininterrotta anche nei duri mesi dell’inverno 194445 mentre, sia pure tra enormi difficoltà, si andava preparando l’insurrezione popolare. In città, questa esplose il 14.4.1945; alcuni ore dopo, gli Alleati entravano in Imola liberata. Due giorni avanti, mentre già si apprestavano a fuggire verso il Nord, i fascisti avevano compiuto l’ultima e forse la più vile di tutte le loro imprese: prelevati dalle carceri 16 prigionieri politici, dopo averli seviziati li gettarono nel pozzo dello stabilimento Becca, ostruendolo poi con le mine.

Alle ore 16 del 14 aprile la campana della torre[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 674

Brano: [...]no, durante la Guerra di liberazione fu vittima dell’ultima strage compiuta dai tedeschi in Piemonte.

Nella notte fra il 29 e il 30.4.1945 l’avanguardia della colonna motoriz

zata del Corpo d’armata del generale Schlemmer, in ritirata verso Torino, entrò in Grugliasco già imbandierata a festa per la Liberazione, mentre partigiani in divisa e membri del C.L.N. col bracciale tricolore circolavano liberamente per le strade della cittadina.

Le S.A.P. garibaldine, data l’evidente disparità di uomini e mezzi, per evitare inutili spargimenti di sangue si erano astenute da ogni iniziativa e avevano lasciato che la colonna tedesca transitasse liberamente attraverso l’abitato, senza disturbare il passaggio con alcuna azione di disturbo. Senonché, appena giunti al primo posto di blocco, i nazisti disarmarono i patrioti e, arrivati nella piazza del Comune, cominciarono a sparare.

Nel corso della notte e all’indomani la soldataglia tedesca, capeggiata dagli ufficiali, si scatenò sull'inerme popolazione trucidando 66 patrioti, per la maggior pa[...]

[...]ive quei tragici fatti: « Domenica sera 29 aprile 1945, verso le ore 21,30 irrompeva improvvisamente nell’abitato un reparto di truppe tedesche che risultava essere l’avanguardia di una colonna motorizzata in ritirata dal Pinerolese. Primo gesto della truppa, che appariva letteralmente abbrutita dall'alcool, fu quello di sparare all'impazzata per le vie del paese. In questa prima sparatoria rimanevano uccisi due giovani in servizio presso la locale S.A.P. e i cui cadaveri, resi irriconoscibili per le sevizie subite, venivano reperiti . nelle adiacenze del campanile. Verso mezzanotte arrivava il grosso della colonna che risultava fortemente armata, munita di mezzi corazzati e di artiglierie di ogni calibro. La notte stessa le truppe irrompevano nella Casa del popolo prelevando tutti quelli che in essa si trovavano. Intanto venivano sistematicamente saccheggiati abitazioni civili e negozi: tutto quanto poteva loro servire veniva asportato, il resto veniva vandalicamente distrutto. Furono sottratte anche somme di danaro: alcune famiglie vennero [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Le S A P, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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